Provare sempre

Da bambina dicevo che mi sarebbe piaciuto fare un sacco di cose.. Nei miei sogni c’erano animali, disegni, creazioni, colori, prati verdi e montagne. C’erano le emozioni dei protagonisti dei cartoni animati e c’erano creature che prendevano vita nella mia immaginazione e di notte mi trasformavo nei miei animali preferiti e correvo correvo correvo. Immedesimarsi in qualunque professione e provarle in gioco tutte, rompendo tutte le tazzine della mamma fingendo di essere una barista. Gliele lanciavo da una parte all’altra del piano cucina perché dovevo servire tanti caffè e quindi dovevo essere veloce, ma qualcuna finiva per terra e allora si incazzava di brutto e metteva fine al gioco. Poi mi trasformavo in venditrice allora le prendevo tutti i soldi dal portafoglio perché con quelli veri faceva molto più figo. La cabina elettorale era un must e mi mettevo in una tenda a ricevere i votanti con le scatole per i voti. Poi disegnavo i cavalli. I cavalli erano praticamente il mio tema preferito e li sapevo fare bene già da piccola perché mia mamma mi faceva copiare da alcuni suoi meravigliosi libri da disegno. Allora c’erano cavalli dappertutto. Cavalli che correvano, cavalli che mangiavano, cavalli che camminavano.

L’estate su in montagna e il bagno al lago. Le tabelline che non mi rimanevano in mente perché non mi interessavano. Anche ora preferisco il lago al mare tra l’altro. Poi andavo in campagna dalla mia amica e non volevo più tornare a casa perché la era più bello.. più grande.. più selvatico. Era più. Punto. 

Forse non ho mai smesso di giocare..Da adulti giocare = sperimentare.. alla fine se ci pensiamo bene non c’è grande differenza.

Il Tommi si diverte a inventare cose insieme a me e nei momenti difficili mi dice sempre che possiamo fare tutto se vogliamo. È la cosa che amo di più..di lui..della vita.. pensare di poter provare. 

Due scappati di casa

Fare le vostre borse ci dà sempre grande soddisfazione e ci fa piacere vedere che ogni idea simpatica e originale venga sempre accolta al meglio. È un po’ una vittoria per noi (e credo un po’per tutti quelli come noi, artigiani ecc.) perché chi l’avrebbe mai detto?!? Nel 2014 quando abbiamo aperto questa attività sembravamo due scappati di casa.. che poi un po’ lo eravamo per davvero.. perché dopo le università i nostri genitori avrebbero preferito vederci ovunque tranne che dietro quel banchetto del mercato. 

E invece siamo qui dopo 9 anni di attività. In realtà qualcuno in più perché abbiamo iniziato nel 2012 facendo gli hobbisti clandestini in garage.

Chissà cosa avrà pensato che facevamo la gente quando ci vedeva chiusi li dentro.. Tommi non ci stava nemmeno con la testa tanto era basso quel posto.

Negli anni la nostra qualità di vita è aumentata e grazie a questo lavoro ci siamo tolti tante soddisfazioni e siamo riusciti a venire a vivere qui, in questo posto che amiamo tantissimo e in cui ci siamo sentiti di rischiare e investire tutto quello che avevamo.. non so, questo posto ci ispira dal primo giorno in cui siamo arrivati, quando soli e senza pretese ci abbiamo messo anche un po’ di tempo a ricordare le vie e a non sbagliare la strada di casa.

Sono anni molto intensi, di sacrificio e di grande impegno di energie ma tutto sommato felici. Ci siamo sentiti liberi fin dal primo giorno di questo lavoro.. nonostante le responsabilità, nonostante i doveri, nonostante le scadenze. 

C’è chi dice che si è matti a mettere su un’attività da zero..io dico che è matto chi non crede in sé stesso. Chi non si mette alla prova e chi preferisce rimanere nel suo cerchio di comodità.

Le persone prima o poi ti premiano e capiscono l’impegno. Ci sono voluti anni e ce ne vorranno ancora perché non si ha mai finito di migliorarsi e le difficoltà sono sempre tantissime, ma chi ti premia arriva e anche se ti metterà alla prova, ti permetterà di osare, inventare e creare sempre di più.

Il bottiglito

LA STORIA DEL BOTTIGLITO

Per noi di El Mato e per la nostra community il BOTTIGLITO è tutto ciò che significa la parola ZAINO.
Ma andiamo per gradi: perchè questo buffo zaino ha una storia cosi importante?

Nasce nel 2013 quando io e Tommaso lavoravamo ancora in garage, li le nostre idee prendevano vita e un giorno d’estate abbiamo pensato che volevamo uno zaino diverso, volevamo un simbolo, un qualcosa che ci rappresentasse.

In quel periodo avevamo bisogno di distinguerci dalla massa, avevamo appena cominciato ed eravamo spiriti ribelli e scariche elettriche allo stato puro.

Cosi nel giugno 2013 nasce il primo esemplare dello Zaino Bottiglito che, senza esitazioni, viene chiamato subito cosi, anche se, come nome non esiste. E qui è proprio il bello: ce lo siamo inventati! Ci sembrava di aver fatto una bottiglia e da li l’ispirazione.

A certi modelli proprio non daresti un centesimo, i nostri genitori e parenti ci dicevano la loro un po’ titubanti..sembra strano, ma è comodo? non so se lo venderete.. cose cosi insomma. Bisogna ammettere che all’epoca a parte noi due proprio non se lo metteva nessuno e prendevano tutti il modello classico.. uno zainetto simpatico..ma non come il nostro Bottiglito.

Io e Tommaso quando una cosa ci convince non riusciamo proprio a non farla e allora abbiamo insistito tantissimo, lo facevamo vedere a tutti, lo spiegavamo. Raccontavamo il suo essere Bottiglito come se stessimo parlando di una persona. E in effetti era una creatura nata da noi e dargli poca importanza per noi era impossibile.

Inizialmente qualche personaggio strano se l’è preso e coccolato, portato in giro ovunque, poi altri più timidi hanno iniziato a farsi avanti e a provarlo, poi si sono innamorati. Del resto ha una personalità importante il Bottiglito, sicuramente non è da tutti. Forse o lo ami o lo odi..proprio come noi del resto..
Ad ognuno il suo diciamo sempre perchè lo zaino è completamente PERSONALIZZABILE!

Da questo momento in poi lavorando su vari modelli delle nostre BORSE, facendo LAVORI PERSONALIZZATI, ispirandoci a ciò che vedevamo e diventando sempre più pratici nel nostro lavoro abbiamo migliorato negli anni la qualità del Bottiglito cercando per lui, cosi come per il resto dei nostri prodotti, i materiali migliori, che potessero rappresentare la nostra filosofia al massimo e cercando di capire i maggiori punti di sforzo.

Lo abbiamo migliorato ed amato molto finchè siamo arrivati alla forma attuale: un fondo in PELLE DI VACCHETTA TOSCANA CONCIATA AL VEGETALE e un CANVAS DI COTONE ITALIANO molto resistente e molto naturale.

Per noi ora il Bottiglito è il simbolo di sogno e realtà insieme perchè è da anni il nostro BEST SELLER e ci ha accompagnati nelle nostre scelte di vita, nel miglioramento del lavoro e nelle nostre gite e avventure (che potete seguire nelle nostre stories di Instagram @el.mato.official ) sempre presente e mai stanco di portare le nostre cose.

Consigliamo il Bottiglito a spiriti liberi e a chi ancora sogna e ama.
Non è per tutti, è per gente che vive, che prova e si butta. Gente che sa che di vita ne ha una sola e che non perde tempo perchè uno zaino che ti aspetta ed è pronto all’avventura c’è.. basta solo riempirlo e andare!

I cartamodelli

MA.. IL CARTAMODELLO?!? •

Probabilmente lo darete per scontato ma noi quando abbiamo iniziato no. Fare il cartamodello era un optional.? . ? c’era chi ci diceva.. “ragazzi se vi fate il modello di questa borsa risparmiate un terzo del tempo”. . ?E noi da bravi testoni quali siamo dicevamo si si va bene ma poi non lo facevamo? non chiedete il perché.. Perché ce lo domandiamo anche noi. . ✍️Avevamo le misure scritte un po’ a destra e a sinistra ma nessuno dei due si prendeva la briga di fare il modellino.. . ?️Quando abbiamo iniziato non avevamo un negozio e i prodotti venivano dati in vendita ad altri negozi. . ?Soprattutto col primo negozio in assoluto con cui abbiamo collaborato, c’era da ridere perché ordinavano un tot numero di cose in vari colori.. Quando li ricevevano ci dicevano “ragazzi, belli gli zaini ma sapete che uno o due sembrano più grandi degli altri?! Di poco eh ma un pelo più grandi.” E noi: ma figurati, sarà il colore! . ?Dopo un paio di volte così i modelli erano tutti appesi alle pareti con tanto di appunti scritti sopra. . ?Se non avessimo avuto il modello di questa borsa non avremmo più saputo come era fatta perché facendone tante se passa un po’ di tempo il cervello da forfait e si dimentica di come si fanno le cose. . ?Quindi tutto serve, anche le strigliate!

Il generale Necchi

IN FABBRICA AI TEMPI DEL GENERALE NECCHI ⚙️? Le cose che ci rendono più orgogliosi dell’aver adottato il Generale sono due: innanzitutto voi forse non ci pensate, ma questo ammasso di ferraglia ha i suoi anni.. Circa ne avrà 60.. E mi fa pensare molto questa cosa. Perché se tenute bene queste macchine possono durare anni e anni.

Immaginate al numero di capi che può aver cucito in tutto questo tempo. Pensate a quanti prodotti cucirà ancora. Riflettere mi porta ad una domanda: se una volta facevano macchine che duravano così a lungo.. Perché ora tutto sembra avere una scadenza? Il secondo fattore che ci rende felici è che il Generale ha avuto diversi proprietari nel corso del tempo e noi facciamo parte di questa sua storia.. Probabilmente, e lo spero con tutto il cuore, ne avrà altri dopo di noi.. Perché è fatto di ferro.. A differenza dell’uomo? e se l’artigianato sopravviverà, a qualcuno questa carretta servirà sicuramente. Non mi piace pensare alle mie macchine in un cimitero di ferraglia vecchia in futuro.. Ho sempre paura che tutti quei relitti si trasformino in specie di transformers cattivi che ci puniranno per i maltrattamenti subiti..?


Tornando a El Mato.. pensate che dal cucire jeans, il generale si ritrova oggi a cucire Tamburini e cesti in cuoio (nella foto nella variante ovale) ! A volte mi domando chi usasse le nostre macchine e quanto dovrà aver cucito.. Storie di persone che non conoscerò mai.. Dovete capire che nelle fabbriche andavano e vanno ancora a ritmi elevatissimi. I jeans per esempio vengono fatti migliaia alla volta e ogni macchina da cucire ha il suo lavoro da fare. C’è chi cuce solo i passanti, chi le tasche e chi fa la cucitura interna della gamba. Chi fa l’orlo.. Come il generale.. E chi assembla. Non esiste fare un giorno una cosa e il giorno dopo un’altra. Quindi il generale viene da un lavoro abbastanza stressante.. C’è da capirlo se a volte mi risponde male. Se lo sfrutto troppo gli parte il via a dirmi che in fabbrica c’è già stato e di non rompergli troppo le palle che è anche vecchio? e bisogna ammettere che da due mesi ci sta dando anche delle soddisfazioni.. Ma parlo piano però.. non si sa mai con lui?

Lo shop online

Nel 2013 l’apertura dello shop etsy è stata un vero disastro, le vendite non arrivavano e nonostante studiassimo e tentassimo varie soluzioni o prendessimo a esempio negozi di maggior successo, sembrava proprio che una maledizione fosse piombata su di noi. Piccoli, sfigati e per di più maledetti?


Poi pian piano ho iniziato a capire e vi dico di più: spesso l’approccio con cui si inizia a costruire una cosa che non si conosce e di cui non si ha confidenza è un po’ pessimista.. E di conseguenza quando i risultati non arrivano ci sentiamo inadeguati e incapaci. Ma se ci si mette in modalità ” ce la posso fare anch’io” vedrete che i risultati arriveranno. E se crederete anche nel più misero traguardo sarete già a metà dell’opera. Chiaramente ve lo dico ora, dopo aver pianto e aver perso la brocca passandoci le nottate su quella odiosa piattaforma.. E vi dirò una cosa a riguardo… Un giorno ti sembra di avere tutte le risposte e ti senti una donna con super poteri e il giorno dopo sei la solita pirla che all’esame di ict è stata bocciata due volte.. Quindi siccome ogni aspetto del lavoro è in continuo cambiamento, il mio consiglio è continuare a cercare come migliorare, senza mai pensare di essere arrivati.

Tornando a noi, nel 2017 abbiamo avuto un boom di vendite e finalmente i risultati a cui ambivamo sono arrivati. Abbiamo praticamente vissuto solo di quello. Fino al punto di volerci trasferire in montagna isolati. Ci son giorni che mi piacerebbe essere la.. Perché la montagna ha in mano il mio cuore..Ma.. Si è rivelata la scelta giusta quella di venire a Desenzano. Il nostro lavoro è aumentato del triplo ed ha contribuito ad un grande miglioramento di El Mato.

E quindi ecco a voi www.elmato.it pronto ad essere il tramite che collegherà il nostro laboratorio alle vostre case. Senza passare da piattaforme esterne o altri canali. Etsy quindi lo terremo? Assolutamente si, ma sarà più rivolto al mercato americano ?. A voi regaliamo il nostro video di lancio e un piccolo regalo per iniziare questa nuova avventura!

El Mato Home

El Mato home è un progetto al quale io e Tommi insieme a Vania, abbiamo voluto dedicare tempo ed energie. Nasce dalla mia passione per i tessuti e dal riutilizzo di nostri materiali come cuoio, lino, cotone per proporre nuove idee di prodotti per la casa. Ho sempre amato il tessile e ho sempre avuto la passione per i materiali di qualità.

Con l’aiuto e la risolutezza di Tommi, che è la mia guida in questi momenti di creatività e di delirio, siamo riusciti a prendere anche questo spazio esattamente a fianco al già esistente negozio, dando una forte impronta El Mato ai prodotti che abbiamo scelto di creare appositamente.

Grazie a Vania, specializzata in interior design siamo riusciti a dare una linea ben definita agli arredi (in parte creati da noi) e all’allestimento.

È appena nato e quindi in sviluppo continuo. Cuscini, runner per la tavola, eleganti cesti in cuoio, svuota tasche, grembiuli, cestini per il pane e altro ancora sono le proposte El Mato 2020. Scopri i prodotti home nella categoria del menu a tendina e appassionati con noi!

La scelta della concia al vegetale

LA SCELTA DELLA CONCIA AL VEGETALE

Una persona ci ha posto una domanda molto interessante alla quale rispondiamo volentieri:
“Vi stimo troppo mi piacete molto avete realizzato il vostro sogno ma la pelle è vera ? Da due come voi mi aspetterei qualcosa di più veggie. Ci sono tante borse belle in commercio non di pelle vera ?.”

Grazie D. Per averci chiesto? ho pensato di condividere quello che ci siamo detti perché penso possa essere interessante.

Il nostro sogno è un insieme di tanti piccoli sogni e passioni che ogni giorno ci spingono a credere tantissimo nel Mato perché è la rappresentazione della nostra creatività e personalità e il tramite che ci permette di esprimerci e realizzarci a livello personale. Non lo vediamo mai come arrivo ma come un’opera sempre in divenire.

Da questo mi collego al discorso pellame. Noi siamo molto curiosi e in continua ricerca. Di solito le spiegazioni non ci bastano e dobbiamo scontrarci contro il muro per capire. La prima volta che ho usato la pelle ho pensato “che figo questo materiale fa in qualche modo parte di me”.. Poi ci siamo fatti una serie di domande perché noi non siamo vegani ma non per questo non siamo persone informate, per esempio io sono una fissata col consumo di acqua.. Oppure sto al caldo per non accendere il condizionatore. La plastica mi mette ansia e anche i pesticidi.. Controllo la provenienza di qualsiasi cosa sulle etichette perché la mia laurea in scienze alimentari mi ha sconvolta?

l’unico tipo di pellame che noi utilizziamo è quello conciato al vegetale. Perché? La pelle che usiamo è un sottoprodotto dell’industria alimentare che va smaltito per forza? avete in mente la velocità con cui una pelle di animale imputridisce? Da lì partono più vie e metodi di lavorazione e una di questa, la più nobile e antica e anche il processo più costoso e lento è la concia al vegetale che viene realizzata tramite i tannini delle piante. È il processo più naturale che esista che veniva fatto già nella preistoria. Con la rivoluzione industriale poi, tecniche di lavorazioni più veloci ed economiche hanno quasi totalmente rimpiazzato questo tipo di concia…a discapito della qualità e della sostenibilità ambientale? cosa che è avvenuta in tutto dal cibo, all’abbigliamento, alla cosmesi, alle infrastrutture?

Noi rispettiamo le scelte di ognuno, anzi siamo grandi amanti degli animali. Grazie ai miei studi so come funziona l’industria del food, ?so come funzionano certi tipi di allevamento e di coltivazione.. tutto ciò che è intensivo distrugge e non è etico. E anche se risparmiamo e ci facciamo in quattro per non consumare, il mondo sembra prendere una direzione contraria. Ecco perché siamo noi nel profondo del nostro cuore a dover scegliere la sostenibilità nelle cose, a non sovrapprodurre e sprecare, a cercare di essere informati. Abbiamo fatto questa scelta perché il pellame conciato al vegetale ha una durata incredibile nel tempo. Scegliere di produrre meno ma meglio è quello che ci interessa di più. Un materiale che deve essere riciclato e viene lavorato in modo antico e sostenibile è sicuramente una scelta che ci rispecchia. Non è detto che una borsa vegan sia fatta in modo più etico e sostenibile. E questo vale per tutto..

Se consumi dei quintali di carta igienica hai fatto fuori una foresta. Se quando fai la lavatrice metti dei quintali di detersivo, sai dove finisce? Nel mare. Se continui a comprare prodotti in contenitori di plastica, noi possiamo anche trovare tessuti fatti con la plastica trovata negli oceani per fare le nostre borse ma le tartarughe continueranno a morire. Se per fare 100 metri usi la macchina e non la bici..vi siete risposti da soli… ? Siamo sicuri che se una parte di popolazione mondiale smettesse di consumare carne senza buon senso gli allevamenti intensivi dimezzerebbero e sarebbe bellissimo. Le mucche al pascolo senza antibiotici.. I polli liberi.. I campi coltivati lasciando alla terra il tempo di riprendersi. Magari più api e piante e meno pesticidi.

Quello che amiamo di più in ogni nostra gita del lunedì è la natura. Noi ci riteniamo vegan friendly, non giudico nessun tipo di scelta alimentare, anzi se sai dosare le giuste dosi tra zuccheri, proteine e fibre per vivere una vita sana senza che il tuo corpo ne risenta, meglio così se questo contribuisce a migliorare il nostro sistema, noi cercheremo di fare lo stesso in tutto il resto e limitare il più possibile i consumi.. E I danni.  E voi cosa ne pensate?

Chi ben comincia è a metà dell’opera

IL PRIMO MERCATO

In questo periodo, un po’ di anni fa circa otto per essere più precisi, ci trovavamo alle prese col nostro primo mercatino.
Eravamo a Salò.
Partimmo la mattina, con la macchina carica di prodotti che avevamo preparato. Solo oggettini perché all’epoca le borse non erano neanche contemplate. Portatabacco , portachiavi e cose del genere nelle scatole dentro il baule.
Inoltre eravamo organizzati con una sedia, un banco per mercato che si chiudeva su stesso ereditato dai miei zii e il gazebo..
?Il gazebo! E metto un punto esclamativo. Perché il gazebo necessita di una spiegazione: il più economico, il più fragile, il più difficile da montare. Inspiegabilmente era anche il più basso. Montarlo è stato un delirio e avevamo pezzi ovunque.
?La durata del gazebo: quel giorno. Quando siamo tornati a casa era da buttare nel bidone.


?Ragazzi in quel periodo non avevamo un soldo a girarci ma in quel frangente abbiamo subito appreso la nostra prima lezione: non comprare MAI un gazebo fragile se hai intenzione di fare i mercati.
⛈Sopratutto non comprarlo col telo di ballanza ma prendilo impermeabile se vai a Salò in aprile.


Vi dico solo che a mezzogiorno eravamo io Tommi e due anatre sotto un gazebo dal quale scendeva acqua dappertutto e completamente imbarcato.
Abbiamo pagato 30 euro di partecipazione e ne abbiamo guadagnati 70. E vi dico che non è stato il peggiore.

I 40 euro guadagnati sono stati comunque riinvestiti e da lì è sempre stato così. Si può in definitiva dire che grazie a quelli ora abbiamo un’attività

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